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Il senso di vuoto interiore e la violenza assassina che si alimentano reciprocamente in una folle corsa che sembra precipitare il mondo verso l'abisso, fondati sull'irresponsabilità e l'arroganza umana. E, dall'altra parte, inconciliabili, le migliori qualità dell'uomo, che si esplicano nella Natura, che sembra attendere e invocare da questi il coraggio e la prassi della speranza. Una generazione, perciò, che appare fallimentare, ma che può ancora salvare se stessa e il mondo in cui vive, se riscopre la capacità e la forza di riconoscere i propri errori e di agire in maniera diversa. La poesia e la Natura, allora, quali luoghi ultimi, selvaggi e incontaminati, reali e spirituali, dove ancora vive la speranza, dove la Terra è la Betlemme dell'Universo, dove anche la solitudine dell'uomo, alla ricerca del senso profondo della vita, può trovare refrigerio.